Decisi cosi , conclusi gli impegni che un giovane universitario ha , di concedermi nuovamente un breve viaggio alla scoperta di un'isola situata nell'Oceano Atlantico che per anni si è vista calpestata dalle più svariate culture , data la sua posizione e il suo porto , importante scalo sulla rotta delle Americhe .
Gran Canaria appartiene all'arcipelago delle Isole Canarie , è Spagna a tutti gli effetti sebbene si trovi a 210Km dalla costa nord occidentale dell'Africa .
L'atterraggio in terra Canaria sembra volermi comunicare che tutto sia rimasto li in attesa del mio rientro , la colonnina segna 25° e il vento che soffia incessantemente porta con se i racconti più affascinanti tra navi , pirati e prostituzione.
Ad accogliermi ci sono Eugenio e Gabriele a cui devo l'ospitalità e a cui va il mio ringraziamento per avermi dato la possibilità di visitare questi posti . Eugenio e Gabriele sono ospiti privilegiati in terra canaria , perchè come più di una volta ci tengono a sottolineare sono "ERASMUS" e come tali vanno trattati , la lista dei privilegi è tanto lunga quanto la fila di barattoli di pelati che si distacca dal tavolo e con fare maestoso si snoda sfidando le leggi della fisica fino al tetto . La domanda sorge lecita , cosa ci farà mai un pilone di barattoli di pelati nel bel mezzo del salotto ? Le risposte possono essere milioni , ma ho deciso di riportare quella che maggiormente dia l'idea dell'utilità di quella costruzione artistica ; "quella pila di barattoli è portante , se dovessimo toglierla cadrebbe l'intero palazzo" .
Ecco ho scelto questo ma avrei potuto giocarmi altrettante situazioni per descrivervi quale sia la vita da studente "Erasmus" nel bel mezzo dell'Atlantico (maledetto me e i 17€ di tasse non pagate all'Università di Torino).
L'isola è tanto affascinante quanto piccola e cosi affittata un auto si parte alla scoperta dell'immensa varietà paesaggistica che quest'isola di origine vulcanica è capace di offrire , la prima metà è al "dedo de dios" che null'altro è che un grosso masso che staccatosi dalla scogliera è precipitato in mare conficcandosi sul fondale , le foto e i commenti si sprecano , il paesaggio è mozzafiato , ma la spiaggia è costituita da grossi massi di pietra di colore nero .
Siamo all'altezza del Sahara avanti dov'è la sabbia ?
La carovana riparte e ci fermiamo a Mogàn , una piccola cittadina che i canari hanno rinominato la Venezia spagnola ; ma preferirei soffermarmi sul porto per evitare commenti sgarbati . Il porto è molto carino e la roccia ancora una volta si affaccia al mare quasi a sfidarlo .
Finalmente giungiamo nella parte considerata più turistica dell'isola , nonchè la più bella , anche se spesso il binomio rischia di essere dannoso in questa località la natura regna incontrastata , le grosse dune di sabbia che il vento ha portato dal Sahara e il mare sullo sfondo non lasciano spazio ai commenti ma solo ad un'irrefrenabile voglia di rotolare come bambini nella sabbia
se questo non bastasse bhe , una leggera pioggerellina ed ecco spuntare non uno ma ben DUE arcobaleni
Ma bisogna rientrare , ormai fa buio presto e freddo prima , sono di nuovo a Torino cara fredda e spigolosa città sei la partenza di ogni avventura , la catalizzatrice di ogni voglia .